oltretutto leggete il buon guzzano come boccia sto film: AMERICAN DREAMZ Regia di Paul Weitz Con Hugh Grant, Dennis Quaid, Mandy Moore, Willem Dafoe Commedia
E’ vero che, se in tutto il mondo ha un senso lanciare un film demoniaco (“The Omen”) il giorno sesto del sesto mese dell’anno, da noi significa soltanto mandarlo al massacro nel paese in cui il cinema chiude bottega da maggio a settembre. Ma è anche vero che non meritiamo certe avventure, da poco, da niente, da fine stagione (cinematografica). Come questa ultrascialba incursione di Hugh Grant nei giochi al massacro televisivo. L’ha scritta e diretta quel Paul Weitz che, con il fratello Chris (qui produttore), ha sfornato pellicole efficaci a prescindere dal giudizio (“American Pie”), convincenti (“About a Boy”), sorprendenti per gelida incisività (“In Good Company”, parto del solo Paul). Che fine hanno fatto gli assist al divertimento di pancia e/o le artigliate alla società (in)civile in questo tedioso piattometraggio? Hugh è lo spregiudicato conduttore del programma del titolo: bracca (e crea) nuovi talenti per farli naufragare nell’orrido bello della diretta: una biondina esibizionista con fidanzato soldatino, un grottesco orientale terrorista suo malgrado, un giovane ebreo allampanato… Ma la critica a vittime e mostri mediatici suona bollita. E le risate latitano fino al finale cinico/dinamitardo. Se le prende tutte Dennis Quaid, depresso presidente col complesso del babbo, il cui braccio destro (Willem Dafoe) è ricalcato su Dick Cheney. Gli americani non hanno gradito. Lo sfottò ai Bush o la noia imperante?
2 commenti:
oddio, il film del fratello di valerio mastrandrea..siamo sicuri??
oltretutto leggete il buon guzzano come boccia sto film:
AMERICAN DREAMZ
Regia di Paul Weitz
Con Hugh Grant, Dennis Quaid, Mandy Moore, Willem Dafoe
Commedia
E’ vero che, se in tutto il mondo ha un senso lanciare un film demoniaco (“The Omen”) il giorno sesto del sesto mese dell’anno, da noi significa soltanto mandarlo al massacro nel paese in cui il cinema chiude bottega da maggio a settembre. Ma è anche vero che non meritiamo certe avventure, da poco, da niente, da fine stagione (cinematografica). Come questa ultrascialba incursione di Hugh Grant nei giochi al massacro televisivo. L’ha scritta e diretta quel Paul Weitz che, con il fratello Chris (qui produttore), ha sfornato pellicole efficaci a prescindere dal giudizio (“American Pie”), convincenti (“About a Boy”), sorprendenti per gelida incisività (“In Good Company”, parto del solo Paul). Che fine hanno fatto gli assist al divertimento di pancia e/o le artigliate alla società (in)civile in questo tedioso piattometraggio? Hugh è lo spregiudicato conduttore del programma del titolo: bracca (e crea) nuovi talenti per farli naufragare nell’orrido bello della diretta: una biondina esibizionista con fidanzato soldatino, un grottesco orientale terrorista suo malgrado, un giovane ebreo allampanato… Ma la critica a vittime e mostri mediatici suona bollita. E le risate latitano fino al finale cinico/dinamitardo. Se le prende tutte Dennis Quaid, depresso presidente col complesso del babbo, il cui braccio destro (Willem Dafoe) è ricalcato su Dick Cheney. Gli americani non hanno gradito. Lo sfottò ai Bush o la noia imperante?
non avete già l'acquolina sulla bocca??
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